Luciano Berio, Rossana Dalmonte – Intervista sulla musica

copertina intervista sulla musica

Titolo: Luciano Berio: Intervista sulla musica
A cura di: Rossana Dalmonte
Edizione: Laterza
Anno: 2007 (Prima edizione, 1987)
Pagine: 167

Intervista sulla musica, curata da Rossana Dalmonte, Docente di storia della Musica all’Università di Trento, è una stimolante conversazione con il compositore Luciano Berio, un libro che traccia un percorso attraverso i temi più disparati che intrecciano la storia della musica contemporanea.

Partendo dall’esperienza personale di uno dei più importanti protagonisti del novecento musicale, Intervista sulla musica è uno sguardo ad ampio raggio sulla situazione della musica contemporanea e sul compositore stesso.
Luciano Berio è un’artista noto innanzitutto per la sua produzione musicale: ne ricordiamo le diverse fasi della poetica, quella seriale o l’esperienza dello Studio di Fonologia di Milano ad esempio, ma quello che emerge dalla lettura di questo testo è l’immagine di un compositore che riflette profondamente sull’opera e sulla società che, in modi diversi, si relaziona con la musica, il suo unico costante interesse.

Dalle pagine di quest’intervista emerge fuori un osservatore critico verso quanto di malsano vi è oggi nella musica: critico è il suo giudizio sui rischi di inquinamento musicale a cui portano i mass media con il loro uso commerciale della musica. Ma Berio dimostra anche di saper cogliere aspetti positivi talvolta poco considerati, o semplicemente diversamente considerati, come nel caso della musica americana che secondo il compositore esprime la sua anima più autentica e interessante nella musica commerciale, nel jazz e nella computer music. Altrettanto lucida e densa di stimoli è la riflessione sulla musica elettronica, di cui ne sottolinea i brillanti inizi ma senza nascondere uno stato di fatto tutt’altro che rassicurante.

Oltre la riflessione filosofica, il testo curato dalla Dalmonte è un momento utile a ricostruire alcune tappe fondamentali della biografia di Luciano Berio. Dalle esperienze adolescenziali di Ogliano fino alle prime esperienze nel Conservatorio di Milano, poi l’incontro con Bruno Maderna, l’esperienza di insegnamento negli Stati Uniti, l’incontro con Dallapiccola, e ancora la produzione di musica tradizionale fino all’esperienza elettronica presso lo Studio di Fonologia.

Quello della musica elettronica è un capitolo importante nella biografia di Berio; non a caso anche la Dalmonte dedica l’intera sesta parte a questo tema. La riflessione di Berio verso questa tendenza, che visse da assoluto protagonista insieme a Bruno Maderna, si articola su più piani, come si conviene a delle questioni che ancora oggi non appaiono completamente risolte. Su certi punti Berio mostra una lungimiranza che colpisce il lettore, evidenziando uno stato di cose che solo oggi, a distanza di anni (ricordiamo che l’intervista è degli anni Ottanta), ci appaiono ovviamente più chiare di quanto non lo fossero in quegli anni.

Da un lato Berio sottolinea come la musica elettronica, dopo gli entusiasmanti anni Cinquanta, sia andata incontro ad una forma di regressione, verso uno stato di progressivo abbandono; forse dovuto all’assenza di un nuovo pensiero musicale che permettesse di piegare i nuovi suoni, le nuove strumentazioni – e tutta la scienza che le accompagna – alle esigenze del pensiero creativo.

Al di là di questa regressione, Luciano Berio appare fiducioso sul futuro della musica elettronica, ed ancora di più sull’utilizzo degli strumenti digitali quali il computer (meno sull’utilizzo dei sintetizzatori che definisce “orribili aggeggi”), un futuro che non potrà essere positivo fino a quando:

“tutti i parametri, quello musicale, quello scientifico, tecnologico, economico e sociale non troveranno un punto di intesa e non faranno, fra loro, una sorta di corto circuito: quell’intesa, per esempio, che – a un certo momento della nostra storia – a reso possibile il cinematografo”.


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