Molly Lewis e la sua musica sulle labbra

molly lewis on the lips cover album

Per fare qualcosa di nuovo è necessario saper fare innovazione. Eppure, ascoltando l’ultimo lavoro di Molly Lewis, sembra possibile riuscire ad andare oltre la formula.

La musica contemporanea, intendo del nostro tempo attuale, sta vivendo una profonda crisi – non mi stancherò mai di scriverlo su questo mio blog – e riuscire a innovare senza cadere nel tranello dell’innovazione fine a se stessa non è cosa affatto semplice.

Essere originali è sempre una cosa positiva ma esserlo senza riuscire a comunicare emozioni, oppure solleticare concetti e riflessioni, ma soltanto per poter dire “io sono qualcosa di nuovo”, non è necessariamente un’esperienza artistica gratificante, almeno per l’ascoltatore.

Poi per carità, ci sono cose che si possono considerare innovative oggi ma non lo erano ieri e viceversa. Tuttavia, in questo nuovo lavoro di Molly Lewis, già al primo ascolto ho ritrovato qualcosa di familiare, ormai consolidato, eppure piacevole e, in un certo modo, nuovo.

Ennio Morricone, immortale

Che senso potrà mai avere richiamare un grande protagonista della musica del Novecento, e della musica per film, nella presentazione del nuovo album di Molly Lewis, musicista e compositrice australiana? Il motivo si nasconde tra le labbra.

In effetti il compositore romano, vincitore di innumerevoli premi, divenne famoso al grande pubblico anche grazie all’uso innovativo del fischio all’interno delle sue colonne sonore: era il 1964 per il cult western Per un pugno di dollari di Sergio Leone. Non fu solo un’innovazione estemporanea ma un vero e proprio marchio di fabbrica, al punto che ancora oggi, un motivetto fischiettato all’interno di una composizione musicale, richiama alla mente la maestria del compositore romano.

Tale associazione è sbocciata naturale anche all’ascolto della musica di Molly Lewis.

On The Lips, il debutto musicale di Molly Lewis

Il senso dell’opera è già tutto nel titolo, On The Lips, sulle labbra. Ma visto il precedente storico, sembrerebbe che Molly Lewis non abbia innovato nulla. Eppure in quest’epoca di stanchezza musicale e di delirio tecnologico, con il dilagare dell’Intelligenza Artificiale anche nei luoghi dell’arte, l’idea di affidare la propria arte musicale ad uno strumento così antico, archetipico e appartenente alla natura propria dell’uomo – il fischio con la labbra socchiuse – e l’idea di farlo per tutte le 10 tracce del suo album di debutto, mi pare una cosa che è degna di interesse. Per carità, non sarà espressione di genio primordiale ma di certo merita l’attenzione dell’ascoltatore.

Labbra al posto della voce

10 tracce musicali interamente sottoposte all’arte del fischio. E non c’è solo questo. Dietro le labbra di Molly Lewis, infatti, si muove un’intera band musicale in cui figurano Joe Harrison al flauto e al basso, Eric Hagstrom alla batteria e Thomas Brenneck che insolitamente si cimenta con l’organo, oltre a figurare come produttore dell’album. Chiude la formazione la stessa Molly Lewis, che non solo presta le proprie labbra ma è anche esecutrice alla chitarra.

Nei crediti dell’album si trovano altri nomi estemporanei ma diciamo che lo zoccolo duro della band, per tutte le 10 tracce di quest’album, è quello appena citato. Della lista di brani sono da ricordare almeno Porque Te Vas, Slinky ma anche Crushed Velvet.

Perchè ascoltare On The Lips di Molly Lewis?

Perchè è un album sognante, che apre l’immaginazione, che ti abbraccia e sa consolare. E poi perchè è la dimostrazione che anche nel 2024, originalità e innovazione non passano necessariamente attraverso manopole, filtri o auto-tune ma sempre e soltanto attraverso una sana creatività.


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