Machinefabriek – Attention, the doors are closing!

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In attesa delle uscite del nuovo anno, restano da segnalare un paio di uscite degli ultimi mesi del 2013, tra cui il nuovo album di Machinefabriek, nome d’arte di Rutger Zuydervelt.

Il compositore olandese, che pubblica come Machinefabriek dal 2006, è un autore piuttosto prolifico, con una discografia incredibilmente lunga e difficile da seguire, che spazia nel teatro, nel cinema e in numerosi progetti artistici di varia natura, a cui si aggiunge anche quest’ultimo lavoro diviso fra teatro e danza.

Attention è infatti la partitura musicale per il nuovo spettacolo del coreografo spagnolo Ivàn Pérez, con il quale Rutger Zuydervelt ha collaborato già per un progetto precedente intitolato Hide And Seek.

Titolo: Attention, the doors are closing!
Autore: Machinefabriek
Etichetta: Korm Plastics
Anno: 2013
Durata: 0:54.46
Valutazione: 6/10

Tracce

1. Entrance
2. Slapping Dance
3. Kostyas Solo
4. Manipulation
5. Sashas Solo
6. Perfect Contact

Premetto che non ho avuto il piacere di assistere all’intero spettacolo, realizzato per il Dipartimento di Danza del Balletto di Mosca, limitandomi all’ascolto del solo Cd, che comunque è stato distribuito separatamente da qualsiasi supporto visivo, quindi come opera a se.

Ho tenuto a precisare quanto sopra perchè ritengo che questo nuovo lavoro di Machinefabriek non mi sembra di quelli capace di lasciare il segno. L’intera opera soffre di una certa staticità (ed cosa curiosa per un progetto di musica e coreografie di danze) di un immobilismo che alla fine lascia scorrere tutto senza particolare accenti emotivi.

Dopo Entrance, una breve introduzione di quasi due minuti, ascoltiamo un brano che in verità lascia ben sperare per il prosieguo: Slapping Dance, che getta in scena una bella energia giocata tutta su elementi percussivi e sferzate metalliche che aprono a tappeti di rumore. Le sonorità metalliche sono un elemento ricorrente in questo lavoro; ad esempio molto belli i tagli che si ascoltano in Perfect Contact tra 12:50 e 15:13, tra i momenti più interessanti di tutto il CD, insieme alla seconda traccia.

Qualche elemento sonoro di Slapping Dance verrà ripreso anche nella quinta traccia Sashas Solo che tuttavia non ne conserva la medesima forza e perfino si riduce ad un accostamento di sonorità slegate, incapaci di amalgamarsi in qualcosa di unico.

Le altre tracce, alcune di durata piuttosto lunga, soffrono quell’immobilismo di cui accennavo in precedenza e che mi pare essere l’elemento più critico. Nelle note al disco il compositore scrive di essersi soffermato sul concetto di intimità intorno a cui sembra ruotare il lavoro di Pérez. Allora è chiaro che la staticità della musica sembra voler richiamare quell’intimità, anche se alla fine la sensazione è che Machinefabriek si sia impegnato a realizzare degli ambienti sonori, forse delle scenografie sonore che probabilmente funzionano nell’insieme del progetto – anche bene, non lo metto in dubbio – ma che su disco, in poltrona, rischiano di generare una certa noia e scarsità di interesse.


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