La Paris di Nils Frahm

Il 2024 di Nils Frahm – e dei suoi estimatori – si stava per chiudere con un solo album pubblicato, come non succedeva dal 2016. E invece, in maniera del tutto inaspettata (almeno per il sottoscritto) – ecco che ti confeziona un apprezzatissimo regalo di natale: Paris.

Ironia a parte, la penuria di pubblicazioni per il 2024 del compositore tedesco non sembra legato ad una crisi creativa ma piuttosto ad un’attività live decisamente intensa. Ricordo che anche in Italia, il mese di maggio scorso al teatro Duse di Bologna, abbiamo avuto il piacere di ascoltarlo in concerto.

E dopo un anno passato ed esibirsi in giro per il pianeta, il nuovo album non poteva che essere una registrazione live di una delle sue tante performance, con un titolo tanto semplice quanto evocativo: Paris.

Nils Frahm live a Parigi

Sul perché l’artista tedesco abbia scelto proprio Parigi come città del nuovo album non ho trovato risposte da nessuna parte. Probabilmente la location ha avuto un certo peso su un’artista così attento alla qualità sonora del propri lavori. Il concerto su cui è incentrato l’album si era tenuto nella Grand Salle Pierre Boulez dell’auditorium Philharmonie. Uno spazio caratterizzato da un’architettura che favorisce un immersione totale e che eccelle per la qualità della resa sonora.

Anche questa volta la registrazione e la pubblicazione sono a cura della LEITER, l’etichetta fondata e gestita dallo stesso artista tedesco.

Un nuovo album per una singola serata

A proposito di etichette e studi, Nils Frahm è un compositore decisamente a suo agio tra le pareti di uno studio di registrazione, e i suoi live sono cosa non particolarmente comune. Prima di questo Paris si ricordano Spaces (2013) e Tripping With Nils Frahm (2020). Ma rispetto ai due precedenti, Paris presenta qualcosa di innovativo, ovvero l’essere registrato in una sola serata invece di essere un collage di più performance riunite.

È un aspetto non da poco, perché consente di cogliere meglio il senso dell’esibizione del compositore tedesco. E giuro che non si resta delusi, niente affatto.

Resa sonora cristallina

L’ipotesi di cui sopra è dedotta all’indomani dell’ascolto del nuovo album, utilizzando lo stereo di casa e la piattaforma Qobuz. La registrazione è di notevole qualità e permette di apprezzare ogni minima sfumatura, avendo l’impressione di essere presenti lì, tra il pubblico insieme a Nils Frahm.

Interazioni in tempo reale

Il compositore tedesco e la sua musica sono gli unici protagonisti dell’intera serata. Oltre il pubblico ovviamente. E non è parte secondaria, quest’ultimo, quando viene chiamato da Nils Frahm a produrre suoni di animali per un’azione sonora registrata in tempo reale e su cui poi il compositore impasta la sua esecuzione, dando dimostrazione di notevole tenuta della performance.

Ovviamente l’apertura del concerto/album, tolto un prologo lunghissimo con dedica sonora alla capitale di Francia (una dedica di fisarmonica, per non dire poi della cover dell’album?), non poteva che essere all’insegna dell’immane concept Music For Animals, del 2022 con oltre 3 ore di musica da ascoltare e godere.

Perchè ascoltare Paris?

Paris è una carrellata su alcuni lavori di Nils Frahm, lavori già noti per chi segue l’artista da un po’, per questo il senso di quest’album non è la lista dei brano ma l’esecuzione, la performance e l’atmosfera nel suo complesso, come può nascere da una grande musica di un grande artista.


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