Phrase

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Phrase รจ un software, piรน correttamente dovremmo dire un algoritmo, sviluppato intorno alla metร  degli anni Settanta da Lejaren Hiller, il quale lo adoperรฒ per la prima volta con la composizione A Preview of Coming Attractionsย per orchestra (1975), poi anche con Persiflageย per flauto, oboe e percussioni (1977).

La novitร  di questo algoritmo rispetto ai precedenti, secondo una considerazione fatta dallo stesso Lejaren Hiller al tempo, sta nella possibilitร  di essere utilizzato per comporre temi, melodie, motivi e frasi musicali, come suggerito dal nome del software. Lโ€™altro aspetto particolare, come suggerito ancora una volta da Hiller in un articolo del 1985 รจ dato dal fatto che Phrase consente di combinare insieme e di manovrare interamente le microstrutture musicali composte, a differenza di altri algoritmi che limitavano alla manipolazione di singoli elementi musicali, ad esempio singoli suoni.

Questo aspetto si lega, nella prospettiva di Hiller, ad una considerazione ben precisa rispetto al comporre musicale: Hiller sostiene lโ€™importanza sostanziale delle strutture gerarchiche allโ€™interno di unโ€™opera musicale, una gerarchia che chiaramente rende alcuni eventi sonori piรน importanti di altri. Phrase, quindi, appare strutturato proprio su questa logica, cioรจ di consentire la manipolazione di gruppi di elementi o di singoli eventi da combinare insieme in riferimento ad un approccio gerarchico alla struttura musicale.

Lโ€™idea di un approccio gerarchizzato alla composizione musicale non era affatto nuova. รˆ proprio Lejaren Hiller a sottolineare lโ€™ereditร  di Heinrich Schenker, il musicologo austriaco che Hiller non conobbe personalmente ma di cui ne frequentรฒ le teorie analitiche per tramite di Hubert Kessler, con cui il compositore americano completรฒ gli studi musicali tra il 1953 e il 1955.

Un'immagine di Hiller all'EMS dell'Illinois.
Un’immagine di Hiller all’EMS dell’Illinois.

Le teorie Schenkeriane sono implementate in Phrase attraverso la programmazione di tre differenti percorsi algoritmici: il primo utile alla realizzazione di texture musicali (Hille chiama questo processo Free Flow), il secondo utile per la scrittura di frasi, motivi, melodie musicali da imitare e combinare (Phrase Assembly) ed infine un processo utile per la trasformazione e la variazione dei diversi eventi musicali (Imitation).[1]

Al compositore รจ demandata la scelta da compiersi su ciascuno di questi processi e sui dati da utilizzare per ognuno di essi; al compositore, quindi, รจ affidato il processo creativo finale perchรฉ come ci ricorda Hiller: Phrase non รจ in grado da solo di definire un certo stile musicale piuttosto che un altro; cosรฌ come non รจ in grado, aggiungerei io, di comporre autonomamente un qualsiasi brano di musica.


Per scrivere questa voce ho letto:

[1] Lejaren Hiller, Composing with Computers: a Progress Report in The Music Machine: Selected Readings from Computer Music Journal, a cura di Curtis Roads, 1989, pp. 75 โ€“ 89.


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