Chrome Music Lab è un laboratorio di sperimentazione che raccoglie una serie di applicazioni musicali, veri e propri giochini, che permettono di approcciare la musica in maniera divertente.
Da questo punto di vista sono ottimi per i più piccoli e per stimolare la loro curiosità verso i suoni, quindi verso la musica, sia in senso compositivo sia in senso esecutivo.
Tuttavia, in questo articolo non voglio soffermarmi sugli aspetti pedagogici ma piuttosto tornare su un argomento – quello dei Chrome Music Lab – che è di lunga data ma che sta tornando sempre più di tendenza visti gli sviluppi che l’audio e la musica sul web stanno vivendo da un po’ di anni a questa parte.
Diciamo che questo articolo vuole essere sia una presentazione di questo particolare laboratorio di sperimentazione approntato da Google, sia un piccolo stimolo di riflessione sul tema dell’Internet of Sounds.
Internet of Sounds: che cos’è?
Probabilmente sarà per il fatto di aver letto recentemente la call for papers al prossimo simposio sull’Internet of Sounds (che si terrà a L’Aquila, autunno 2025) che ho deciso di tornare sull’argomento dei Chrome Music Lab, per vedere un po’ se le cose stanno progredendo e se ci sono novità oppure se tutto è fermo a quel 2011 quando lo speciale laboratorio di Google è stato aperto.
Ma prima di presentare i diversi strumenti del Chrome Music Lab vorrei soffermarmi molto brevemente sul concetto di Internet of Sounds, che sempre più sta avanzando in termini di importanza, soprattutto in una prospettiva lunga.
Non è semplice dare una definizione di questo concetto, visto che si tratta di un argomento piuttosto nuovo, per questo ho preferito attingere da ciò che ho trovato in rete e mi ha colpito in particolare la definizione con cui si apre un paper a firma di Leonardo Gabrielli, dell’Università di Ancona, e Luca Turchet, dell’Università di Trento, che nel loro articolo Towards a Sustainable Internet of Sounds scrivono che
L’Internet of Sounds (IoS) è un’area di ricerca emergente che si trova all’incrocio tra i campi dell’ingegneria e delle scienze umane, inclusi il calcolo, la tecnologia della comunicazione, l’elaborazione dei segnali audio, il monitoraggio acustico, la musica e le arti.
Sì, effettivamente è una definizione fin troppo larga ma essendo un’area di ricerca nuova, lo considero quasi inevitabile.
Semplificando – ma tanto – mi faccio bastare l’idea che l’Internet of Sounds ha che fare con la musica, l’audio e tutto ciò che gira in rete.
Chrome Music Lab: la lista completa
E tra le cose che girano in rete ci sono sicuramente gli strumenti del Chrome Music Lab. Ma quali sono e per quali scopi sono nati?
Partiamo dal presupposto che il progetto Music Lab di Google nasce nel 2011, quando tutto il discorso sull’audio web, le API per i suoni e lo stesso concetto di IoS erano qualcosa di molto lontano o comunque decisamente acerbi. Ecco perchè all’epoca si trattava di veri e propri esperimenti.
Oggi i tempo sono decisamente diversi e più maturi ma gli strumenti ideati per il Chrome Music Lab restano validi e soprattutto utili ai fini della didattica musicale rivolta ai più piccoli.
Dei Chrome Music Lab mi ero già occupato quando scrissi un articolo nel 2013 su ToneCraft, uno degli strumenti che più mi erano piaciuti, e che doveva essere il primo di una lunga serie: idea editoriale miseramente affogata ma che qui voglio portare a nuova linfa. Anche perchè, come presenterò nei prossimi giorni, proprio ToneCraft nel frattempo è andato molto avanti.
Ma torniamo ai Chrome Music Lab. Ecco la lista completa:
- Shared Piano – una serie di strumenti perlopiù a tastiera da suonare insieme ad altri utenti, semplicemente condividendo il link. Una volta premuti i tasti, il programma genera colori ed emoji di gattini;
- SongMaker – un vero e proprio sequencer colorato, dove ascoltare musica scritta disegnando mattoncini colorati;
- Rhythm – un sequencer ritmico da suonare attraverso due simpatiche scimmiette;
- Spectrogram – un vero e proprio spectrogramma, da utilizzare in tempo reale anche muovendo semplicemente il mouse o il dito sullo schermo;
- Sound Waves – uno strumento leggero per visualizzare il movimento delle onde sonore;
- Arpeggios – un arpeggio continuo a mo’ di sequencer che permette di esplorare accordi minori e maggiori. Ricordatevi di premere stop, dopo averlo avviato!
- Kandisky – uno dei miei Chrome Music Lab preferiti: poter disegnare a monitor la musica, attraverso il mouse e le dita, e ascoltare in tempo reale il risultato sonoro. Molto utile per comprendere i concetti di altezza e durata;
- Voice Spinner – registrare suoni e voci e poterli ascoltare in reverse mode: le possibilità offerte da Voice Spinner sono innumerevoli e il divertimento è assicurato;
- Harmonics – un piccolo strumento per comprendere le relazioni armoniche;
- Piano Roll – un sequencer con battute già scritte ma a cui è possibile abbinare qualsiasi suono personalizzato, semplicemente attivando il microfono per la registrazione;
- Oscillators – questo è decisamente lo strumento più simpatico e divertente tra tutti quelli del Chrome Music Lab. Permette di comprendere il concetto di altezza abbinato a quello di frequenza, oltre a poter cogliere le differenze sonore tra le diverse forme d’onda;
- Strings – uno strumento dedicato alle corde da pizzicare, sì, ma anche uno strumento che mette in pratica le osservazioni di Archimede quando, durante i suoi esperimenti sull’acustica, indagò il comportamento delle corde vibranti e colse la relazione tra lunghezza, tensione e frequenza del suono prodotto;
- Melody Maker – un altro sequencer a mattoncini colorati ma questa volta dedicato all’esplorazione della velocità;
- Chords – lo strumento ideale per capire il senso sonoro e musicale degli accordi. Basta il semplice click del mouse per ascoltare sia accordi minori sia accordi maggiori, visualizzandone la posizione delle note sulla tastiera di un pianoforte.
14 strumenti per esplorare diversi aspetti che riguardano la musica e il suono, in senso più stretto.
Nei prossimi articoli entreremo nel dettaglio di ciascuno di questi strumenti, per esplorarli tutti alla ricerca di qualche chicca, e per vedere in che maniera si sono sviluppati, come nel caso di ToneCraft su cui tornerò la prossima settimana.
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