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4Ced
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4Ced è un software di controllo realizzato all’Ircam di Parigi da Curtis Abbott sul finire degli anni Settanta. Fu sviluppato per la gestione del 4C, il processore di Giuseppe Di Giugno dedicato alla composizione e all’esecuzione di musica attraverso il computer.
Cenni storici – 4Ced è un software ideato per il controllo e la gestione del processore 4C, inserito in un sistema dedicato alla computer music. È stato sviluppato all’Ircam, intorno al 1978, da Curtis Abbott.
Caratteristiche tecniche – 4Ced si presentava strutturato in due parti distinte: la prima, essenzialmente un compilatore, era dedicata alla compilazione di file di testo (redatti in una specifica sintassi) che andavano tradotti in dati gestibili dal computer. La seconda parte, invece, si occupava di tradurre questi dati in comandi di controllo per il processore 4C. La parte del compilatore era stata programmata in Pascal mentre quella esecutiva con l’assembler del PDP-11. Questo software fu progettato con diversi livelli di sofisticatezza, in maniera da rispondere bene alle diverse esigenze dei compositori. Consentiva un controllo anche molto dettagliato del processore 4C e quindi la possibilità di comporre o eseguire musica con un certo grado di libertà.
Differenze rispetto a Syn4B – Il modello a cui Curtis Abbott fece in qualche modo riferimento fu quello del Syn4B, a sua volta un linguaggio di controllo ma progettato per il processore 4B. Le differenza tra i due software erano sostanziali. In primo luogo Syn4B era stato sviluppato per un computer diverso, il DEC LSI-11, poi l’intero sistema 4B non era stato equipaggiato con convertitori ADC e per questo incapace a trattare segnali in ingresso da gestire ed elaborare in tempo reale.[1]
L’eredità dei Music N – Di certo, tuttavia, anche 4Ced nasceva con l’intento di offrire all’utente finale, il compositore o il musicista, uno strumento flessibile all’interno del quale riunire il maggior numero di funzionalità possibili. I Music N, con la loro logica modulare delle Unità Generatrici, si ponevano ancora una volta come un modello valido; del resto 4CED era stato progettato per un processore che a sua volta si basava su una logica di moduli interconnettibili.[2] I Music N a cui Abbott fece riferimento in particolare quelli disponibili all’Ircam: il Music V e il Music 10. Il rapporto con i due Music N è talmente stretto che, anche secondo Abbott, la conoscenza dei primi avrebbe agevolato l’utilizzo di 4Ced. Effettivamente anche il software gestionale del 4C si basava sull’utilizzo di file testuali attraverso cui programmare algoritmi, partiture e controlli da eseguire sul processore.[2]
Score – Per quanto riguarda la definizione degli eventi sonori (che avveniva nella sezione definita Score – partitura), il rapporto di continuità con il Music V appariva ancora più evidente. In 4Ced, Curtis Abbott mise a punto due differenti modalità di approccio: la prima era ricavata dai Music N (cioè una lista sequenziale di eventi, comprensivi di parametri quali durata, frequenza, ampiezza, etc., abbinati a specifici algoritmi di sintesi), la seconda invece si basava sull’utilizzo di semplici espressioni aritmetiche e di controllo che avrebbero consentito esecuzioni più sofisticate ed espressive. Benché entrambe le modalità fossero considerate efficaci, la seconda era concettualmente e tecnicamente più complessa ma, del resto, anche più sofisticata dal punto di vista del compositore, visto che consentiva di poter avviare, simultaneamente e in tempo reale, più azioni sul processore 4C.[2]
Command Language – 4Ced si presentava, in un certo senso, come un vero e proprio ambiente di lavoro dedicato al 4C. Per questo motivo Curtis Abbott prestò una certa attenzione al rapporto tra l’utente e il suo software. Al fine di facilitare l’uso di 4Ced (di conseguenza facilitando l’uso del 4C), Abbott predispose il suo software con un Command Language, ovvero un’interfaccia che consentiva all’utente un uso facilitato di 4Ced.[2]
RTSKED – 4Ced si presentava come un programma molto sofisticato che ha contribuito a rendere il 4C uno dei primi sistemi per la computer music dotato di una certa flessibilità ma senza limitare le potenzialità di calcolo. Benché destinato ad una obsolescenza di pari passo con il processore a cui era dedicato, 4CED ha avuto una grande importanza sugli sviluppi successivi della computer music tanto da diventare essenziale per la realizzazione del ben più noto Max/Msp. Effettivamente 4Ced fu molto apprezzato da Max Mathews, il quale ne apprezzò la sofisticatezza, la personalizzazione dell’uso del 4C e il suo essere abbastanza generalista.[3] Per questo motivo il ricercatore americano guardò a questo software per lo sviluppo di RTSKED, un linguaggio per il controllo del sintetizzatore Crumar General Development System.[4] RTSKED, a sua volta, fu un punto di riferimento fondamentale per Miller Puckette nel suo percorso di ricerca che lo avrebbe portato alla realizzazione di Max/Msp.
Sequential Drum – Tornando a Max Mathews, va precisato che questi ne rimase talmente colpito da prenderlo come modello di riferimento anche per lo sviluppo del Sequential Drum, uno speciale controller esterno dedicato al processore 4C, che si lega profondamente al software 4Ced.[5]
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