Gcomp

Gcomp

Gcomp è un software interattivo, basato su un approccio grafico, sviluppato alla Queem’s University di Ontario. è stato ideato per l’elaborazione ed il missaggio di file sonori, generati attraverso Cmusic o ripresi attraverso apparecchiature digitali.

Premesse – La Queen’s University di Kingston, nell’Ontario in Canada, negli anni Ottanta ha orientato la propria attività, rispetto alle problematiche della computer music, verso la realizzazione di strumenti informatici dedicati alla composizione musicale nella prospettiva della musica concreta. L’aver equipaggiato la sezione informatica del Dipartimento di Musica con il software Cmusic ne è una prima testimonianza. Nello specifico, nei primi anni Ottanta, si pensò di sviluppare delle utilità e dei software che permettessero la manipolazione e il missaggio di suoni generati attraverso Cmusic e un computer WAX 11/750 oppure registrati digitalmente e memorizzati in una memoria da 300 Megabyte.

Waves – Due sono stati i software che, negli anni Ottanta, si potevano considerare i più importanti strumenti informatici per l’elaborazione e il missaggio di segnali digitali in uso alla Queen’s University: Waves e Gcomp. Il primo è un semplice editor audio molto simile, per funzioni e struttura, al programma S di James Moorer o anche Edsnd.

Gcomp – Più simile a Nroff, l’editor di testo sviluppato in ambiente Unix, è Gcomp. Questo è un software interattivo che consente di editare in maniera grafica le funzioni di controllo per la generazione e il missaggio di materiali sonori, un processo, quest’ultimo, che poteva anche essere automatizzato.[1] In una prima fase fu sviluppato per lavorare in rapporto con il Music 11, successivamente fu elaborata una versione scritta in C capace di lavorare in abbinamento con Cmusic. L’output generato da Gcomp era costituito da un flusso di dati memorizzati su disco da sottoporre a conversione per l’ascolto finale.
Per evitare confusione nell’ambiente di lavoro, Gcomp è stato strutturato prevedendo una separazione tra le operazioni di elaborazione e quella di missaggio dei suoni. Una terza modalità operativa, invece, è stata introdotta per fornire un editor di funzioni, meno specifico, che poteva essere utilizzato esclusivamente per Gcomp o anche per generare funzioni da utilizzare direttamente con Cmusic. Ciascuna di queste tre modalità, definite rispettivamente function-definition mode, process mode e mix mode, poteva essere richiamata attraverso la digitazione di un unico tasto.

Vantaggi e svantaggi – Uno degli aspetti positivi di Gcomp era senza dubbio la sua portabilità. La prima versione, sviluppata per il Music 11 (per il quale generava liste di note e codici strumento), era limitata ad un software troppo specifico. La versione in C, d’altra parte, garantiva un utilizzo con tutti quei programmi che proprio a partire dagli anni Ottanta, si iniziarono a sviluppare con il nuovo linguaggio. Tra i suoi limiti, invece, l’impossibilità di un utilizzo in tempo reale; benchè si trattasse di un aspetto comune a molti software di quegli anni.[1]

Altre utilità – Oltre a Gcomp furono realizzate anche delle routine, scritte in C, in grado di prelevare dati da Gcomp per generare segnali audio stereo. Queste routine, alcune delle quali riadattate da Cmusic e da CARL, furono realizzate da Greg Hermanovic ed erano parte del software SPAM (Signal Processing And Mixing). Alla Queen’s Univeristy fu approntata anche una versione di SPAM per i computer DEC VAX, in grado di interfacciarsi anche con Cmusic.[1]

Per scrivere questa voce ho letto:

[1] Colin Banger, Bruce Pennycook, Gcomp: Graphic Control of Mixing and Processing</em>, Computer Music Journal, Vol. 7 [4], 1983.

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