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SICIB
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Il SICIB (Sistema Interactivo de Composicion e Improvisacion para Bailarines) è un sistema informatico basato sull’uso di sensori e del computer ideato per la composizione musicale interattiva. Il sistema consente di ottenere informazioni di carattere musicale tracciando il movimento corporeo dei ballerini.
Cenni storici – Il SICIB (Sistema Interactivo de Composicion e Improvisacion para Bailarines) è stato sviluppato grazie ad un lavoro di gruppo condotto al Centro Multimedia (CN) del Centro Nacional de las Artes (CNA) di Città del Messico durante i primi anni del 2000. Si tratta di un sistema informatico in grado di ricavare informazioni dai movimenti corporei con cui generare e controllare suoni sintetici. Può essere considerato a tutti gli effetti uno strumento musicale tecnologico ideato per dare ai compositori nuove possibilità rispetto alla produzione di opere multimediali.
Antecedenti storici – Il lavoro sul SICIB nasce all’interno di un contesto già abbastanza consolidato. In primo luogo i suoi autori si rifanno alle esperienze condotte a metà degli anni Sessanta da John Cage, David Tudor e Merce Cunningham dalla cui collaborazione nacque Variations V (1965), un’opera multimediale in cui i ballerini potevano innescare la riproduzione di suoni muovendosi tra le cellule fotoelettriche posizionate nello spazio operativo. Benché non si trattasse di un performance pensata per il computer, Variations V ha rivoluzionato la concezione dei rapporti tra il compositore musicale e gli elementi coreografici propri della danza.
Antecedenti informatici – Accanto all’esperienza di Cage, Tudor e Cunningham, si collocano altre esperienze orientate, questa volta, verso l’uso del computer e che forniscono ai ricercatori del SICIB dei modelli di riferimento, in positivo o in negativo. Tra questi vale ricordare il BigEye dello STEIM di Amsterdam (STudio voor Elektro-Instrumental Muziek) o il Control Suit del NoTAM (Norwegian Network for Technology, Acoustics and Music).[1]
Il modello concettuale – Per sviluppare il SICIB i ricercatori sono partiti dall’analisi degli elementi comuni sia alla danza che alla musica. Con quest’approccio hanno individuato alcune caratteristiche: l’esposizione delle idee, i collegamenti e le transizioni tra le diverse sezioni di una struttura generale, i problemi di forma, le variazioni e gli abbellimenti.
Gli apparati tecnologici – Una volta individuati gli elementi in comune, si trattava di dare forma e sostanza ad un sistema che fosse in grado di mettere realmente in relazione le due differenti espressioni artistiche. Per raggiungere quest’obbiettivo fu definito l’uso del computer e di sensori di movimento. A questi si aggiungono dei software di gestione e per la manipolazione delle informazioni.
I sensori – Il SICIB è stato equipaggiato con dei sensori capaci di registrare le informazioni di movimento dei ballerini. Furono utilizzati dei Flock of Birds della Ascension Techonology Corporation (www.ascension-tech.com), tecnicamente detti tracciatori di movimento, sviluppati a fini medici. Questi sensori, una volta posizionati sul corpo dei ballerini, erano in grado di restituire informazioni secondo gli assi x, y e z, registrando circa 144 misurazioni al secondo all’interno di un raggio di circa 4 metri rispetto ad un trasmettitore centrale.[1] I sensori, collegati per via seriale ad un computer dedicato alla registrazione dei dati, dovevano fornire informazioni specifiche rispetto alla curvatura e la torsione dei corpi, posizione di questi nello spazio, velocità di spostamento, accelerazione e cambiamenti improvvisi di direzione. Le informazioni sulla torsione e la curvatura dei corpi erano ricavate attraverso un’applicazione del teorema di Frenet-Serret.[1]
I software di gestione – Alla base del SICIB vi sono due software: Escamol e Aura. Il primo è un linguaggio utile a generare partiture musicali secondo delle regole di tipo grammaticale. Realizzato in Prolog, era dotato di un’interfaccia scritta in Tcl/Tk. Le informazioni ricavate dai movimenti corporei permettevano ad Escamol di generare degli output MIDI oppure in formato Aura e Csound, l’ultimo nato tra i Music N. Aura, invece, è un linguaggio, orientato ad oggetti, pensato per la creazione di algoritmi di sintesi e sintetizzatori virtuali. Grazie all’approccio testuale Aura consentiva anche il controllo e la modifica in tempo reale dei parametri musicali. Aura, SICIB ed Escamol si interfacciavano attraverso i canali di comunicazione di Unix.[1]
L’interfaccia di controllo – Il controllo dell’intero sistema, infine, avveniva attraverso un’interfaccia realizzata in Tcl/Tk. Mediante questa, l’utente poteva avviare diverse operazioni: entrare in ambiente Prolog per definire le regole condizionali (If-Then), avviare Escamol, Aura o Csound, avviare un’applicazione scritta in C e studiata per il filtraggio delle informazioni provenienti dai sensori. Quest’ultima era in grado di svolgere diverse funzioni: in particolare era stata pensata per gestire il collegamento tra i sensori e il computer (una workstation della Silicon Graphics), filtrare le informazioni ricevute e aggiungere informazioni temporali ai dati ricevuti.[1]
La definizione dei parametri – Al di là degli aspetti tecnici, il SICIB rendeva fondamentale la definizione di un piano di lavoro molto dettagliato. In effetti era molto importante stabilire in principio quale tipo di informazione registrare attraverso ciascun sensore, quindi stabilire a quale tipo di parametro musicale abbinare ciascun movimento registrato. Tutto questo veniva definito attraverso il sistema di regole Condizione/Azione (If-Then) elaborato in ambiente Prolog. Le regole enunciate potevano essere salvate dando origine ad una libreria utile nei successivi lavori. Più regole potevano essere applicate ad un unico sensore, così come più sensori potevano essere interessati da un’unica regola. Il sistema di regole poteva essere attivato o disattivato in qualsiasi momento della performance.
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