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DSP Station
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La DSP Station è un sistema sviluppato al Groupe de Recherches Musicales (GRM) di Pierre Schaeffer per il controllo del processore Motorola 56001. Fu ideato per lavorare sia in tempo reale che differito ed era stato concepito come strumento informatico utile alla composizione, la didattica e la ricerca nella prospettiva della computer music.
Cenni storici – A partire dai primi anni Novanta, in seguito allo sviluppo tecnologico che ha reso disponibili computer sempre più prestanti ma con dimensioni ed a costi ridotti rispetto ai vecchi mainframe, Hugues Vinet iniziò a lavorare sullo sviluppo di applicazioni adatte al nuovo contesto. La sua attività, inizialmente, si orientò verso la realizzazione di sistemi per il controllo del processore digitale Motorola 56001.[1] Da questo lavoro prese forma il progetto della DSP Station.
Aspetti tecnici – La DSP Station fu così realizzata per computer Macintosh e per interagire con il software HyperCard, usato per la realizzazione dell’interfaccia grafica gestionale. A questi elementi si aggiunge l’hardware Sound Tools prodotto dalla Digidesign. Un software del tutto simile era stato già realizzato da Adrian Freed, l’HyperDSP, ma al GRM non fu ritenuto in grado di soddisfare le esigenze di coloro impegnati nella musica concreta.[2] La DSP Station fu realizzata per poter funzionare sia in tempo reale sia in tempo differito. Le sue caratteristiche ne fecero uno strumento utile non solo per la composizione, ma adatto anche per scopi didattici e di ricerca.
Le principali caratteristiche – Il progetto del Groupe de Recherches Musicales si basava su tre aspetti fondamentali: l’utilizzo di un processore Motorola DSP56001 (per questo processore si programmarono delle macro per la gestione degli input e degli output sonori, per l’elaborazione dei segnali sonori e per la comunicazione dell’hardware), poi l’interfaccia grafica e, infine, un insieme di algoritmi, sia di tipo generico sia specifici per determinate operazioni. Entrambe queste tipologie erano supportate da interfacce grafiche di controllo personalizzate.
Altre funzionalità – Tra le altre funzionalità messe a disposizione dell’utente finale vi era la possibilità di ottenere output mono ma anche stereo. Inoltre l’utente poteva disporre di marker personalizzabili nella posizione per estrarre loop dal complessivo materiale sonoro. Il processore poteva essere controllato e gestito mediante codice alfanumerico redatto su file con estensione dedicata.[2]
L’interfaccia virtuale – Per il controllo dei parametri in tempo reale, invece, la DSP Station era stata equipaggiata con dei fader “a schermo”, bidimensionali, e un display per la loro visualizzazione. Un software di gestione permetteva di specificare quali parametri sottoporre al controllo mediante fader. Il software HyperCard, invece, era utilizzato per risolvere questioni inerenti la gestione dell’ambiente grafico.
Gli algoritmi di elaborazione – Per quanto riguarda gli algoritmi si possono individuare tre grandi gruppi: il primo di carattere generale (in cui troviamo diverse tipologie di filtri low/high/band pass, e algoritmi per il time stretching). Il secondo gruppo, invece, era più orientato all’elaborazione e alla sintesi dei suoni (era integrata la sintesi additiva, la modulazione ad anello, l’effetto Doppler, filtri risonanti e algoritmi per la definizione di micro loop). Il terzo gruppo, invece, era dedicato alla restaurazione di vecchie registrazioni (l’algoritmo principale era quello che permetteva di attenuare i rumori di fondo).[2] Il lavoro svolto intorno alla DSP Station inaugurò alle attività di ricerca che si orientarono, come in questo caso, allo sviluppo di software per computer di piccole dimensioni. In questo senso la DSP Station contribuì molto al successivo lavoro per il pacchetto denominato GRM Tools.
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