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Alle origini della musica algoritmica: la Illiac Suite

Illiac Suite

La Illiac Suite รจ riconosciuta come la prima composizione di musica algoritmica, scritta per strumenti tradizionali per mezzo di un computer, da Lejaren Hiller.

Lejaren Hiller, chimico e compositore

Lโ€™interesse di Lejaren Hiller verso la musica, unito alla sua formazione come Chimico che lo aveva portato allโ€™utilizzo del computer, spingono il ricercatore americano a tentare unโ€™applicazione del computer anche nellโ€™ambito della musica, che rientrava nel piรน vasto insieme delle discipline estranee alle scienze matematiche.

Tuttavia, รจ proprio la musica – tra tutte le arti – quella che stringe con la matematica un rapporto dalle ampie prospettive, come รจ largamente documentato in una letteratura che arriva fino a Pitagora e ai rapporti matematici che sottostanno la divisione del monocordo.

In ogni caso, lโ€™idea di unโ€™applicazione musicale del computer nasce anche da unโ€™attenta analisi che Hiller svolge sui processi creativi musicali. Secondo Hiller la musica poteva definirsi come una forma sensibile governata da leggi di organizzazione che potevano essere codificate in modi abbastanza esatti.

“Music is a sensible form. It is governed by laws of organization which permit fairly exact codification.”

Alle origini dell’IA in musica

In questo senso, quindi, il processo di composizione si basa essenzialmente su una serie di scelte organizzative che il compositore effettua su una (ipotetica) infinitร  varietร  di materiale musicale grezzo (es. le note di una scala, i modi di attacco o i collegamenti tra una sezione e lโ€™altra). Questi aspetti rendevano particolarmente congeniale lโ€™utilizzo del computer per la composizione di lavori musicali, demandando a quest’ultimo la selezione del materiale compositivo all’interno di quello “grezzo”.

A ben vedere, l’esperimento che avrebbe poi completato Lejaren Hiller, era a tutti gli effetti un primo esempio di applicazione dell’intelligenza artificiale in un ambito creativo come quello della musica.

Oggi siamo quasi assuefatti da queste dinamiche, o comunque abbiamo (stiamo) acquisendo una certa abitudine all’idea di demandare alla macchina la scrittura della musica. Va detto che i casi antecedenti a quelli odierni dell’Intelligenza Artificiale sono molteplici e non si esauriscono con la Illiac Suite, e nei prossimi articoli vi tornerรฒ sopra.

 “The process of musical composition can be characterized as involving a series of choices of musical elements from an essentially limitless variety of musical raw materials.”

L’algoritmo di Monte Carlo

Al di lร  della dettagliata analisi dei processi creativi, per utilizzare il computer a fini musicali era necessario individuare un modello matematico da definire in termini di programmazione informatica per poter generare dei dati che, una volta decodificati, avrebbero restituito una partitura in notazione tradizionale. In riferimento allโ€™analisi dei processi creativi esposta in precedenza si trattava di applicare un modello che permettesse al computer di effettuare delle scelte organizzative rispetto ai parametri peculiari di una composizione musicale. Il modello adottato fu quello dellโ€™algoritmo di Monte Carlo che sfrutta la generazione di numeri casuali.

La teoria dell’informazione e la composizione musicale

Vi fu un ultimo fondamentale aspetto su cui si costruรฌ la sperimentazione di Hiller, quello della Teoria dellโ€™Informazione (nota anche come Teoria della Comunicazione) di cui si iniziรฒ a parlare giร  dagli anni Venti e di cui Richard C. Pinkerton negli anni Cinquanta illustrรฒ, in anticipo su tutti, una sua possibile applicazione musicale, pur non giungendo ad alcun risultato pratico. Ian Bent, nel suo testo Analisi Musicale, ci fornisce una chiara spiegazione di questa teoria: La teoria dellโ€™informazione valuta la capacitร  di un sistema di ricevere, elaborare, immagazzinare, trasmettere informazioni. E poichรฉ si intende per informazione la scelta di un messaggio in una serie di messaggi, le probabilitร  di arrivo di uno qualsiasi di questi sono condizionate dalla maggior frequenza di alcuni messaggi rispetto ad altri e ancora quando allโ€™interno di un messaggio avviene una scelta altamente probabile, si dirร  che contiene scarsa informazione; quando viceversa vi si presenta una scelta improbabile, questa sarร  altamente informativa.

La collaborazione con Leonard Isaacson

Dallโ€™insieme di queste premesse possiamo dire che viene attuato un sistema ad alto contenuto informativo di cui รจ ridotta la densitร  dellโ€™informazione attraverso un processo di selezione, dove il contenuto informativo รจ generato attraverso lโ€™algoritmo di Monte Carlo mentre la selezione รจ attuata in conformitร  ai presupposti teorici della Teoria dellโ€™Informazione. La ricerca fu svolta da Hiller in collaborazione con Leonard Isaacson. Il primo obbiettivo era di programmare lโ€™algoritmo attraverso cui generare dati da mettere in relazione con i parametri musicali. Il funzionamento dellโ€™algoritmo prevedeva tre fasi distinte: inizializzazione, generazione e verifica.

L’esperimento musicale: inizializzazione dei dati

Per questa fase si definรฌ una tabella di regole, o condizioni, tale da indicare al computer quale combinazione di dati poteva considerarsi legale (quindi valida) e quale no, in modo che tutte le scelte potessero avvenire in maniera automatica. Le regole potevano ricavarsi in diversi modi. Nel caso della musica era possibile assumere regole:

  1. della teoria tradizionale (ad esempio divieto delle quinte e ottave parallele);
  2. dettate dalla fantasia del programmatore, anche prive di rapporto con la musica;
  3. ricavate da analisi statistiche di altre composizioni;
  4. regole auto-generate dal calcolatore.

L’esperimento musicale: la generazione dei dati

Nella seconda fase si procedeva con la generazione di un singolo dato per volta, messo in relazione con i diversi parametri musicali, ad esempio una singola altezza, il ritmo o espressioni quali pizzicato e arco. I dati erano generati ad una velocitร  di mille numeri al secondo.

L’esperimento musicale: la fase di verifica

La fase della generazione lasciava rapidamente il posto alla terza fase, quella della verifica, propedeutica alla definitiva scrittura dei dati in termini musicali. Una volta generati i dati, infatti, si procedeva con il confronto tra questi e le regole impostate, per definire o no la convalida. Il parametro generato, infatti, viene confrontato con le regole impostate per essere convalidato oppure no. Se avviene la convalida allora si passa alla generazione di un nuovo parametro, in caso contrario si ritorna nuovamente alla fase di generazione ma per generare un nuovo valore per lo stesso parametro fino a quando non si otterrร  un parametro convalidato oppure fino a quando non sarร  chiaro che nessun parametro รจ in grado di soddisfare i requisiti fissati. Una volta che un parametro viene convalidato, prima di diventare parte della composizione finale, viene allocato in memoria fino al termine di tutta la procedura di generazione e selezione. Al termine del lavoro il risultato finale รจ una partitura in codice alfa-numerico che viene decodificata in notazione tradizionale per essere eseguita da un gruppo strumentale.

Gli obbiettivi della sperimentazione

Definita la procedura e programmato il calcolatore, si trattava a questo punto di pianificare e avviare la sperimentazione vera e propria. Si definirono quattro differenti obiettivi da raggiungere con altrettanti esperimenti. Nella fase preliminare vi era ancora da definire la tipologia di strumenti a cui affidare la partitura finale. Limiti tecnici e strutturali spinsero ad escludere lโ€™uso di strumenti elettronici analogici. Allo stesso modo fu escluso il pianoforte e si optรฒ, invece, per un quartetto dโ€™archi che avrebbe consentito una scrittura polifonica a quattro voci. Motivo di questa scelta era principalmente lโ€™omogeneitร  timbrica del gruppo strumentale. Lโ€™aver fissato un obbiettivo iniziale di quattro esperimenti spinse inoltre a definire una struttura di massima articolata in quattro movimenti, cui corrisposero quattro esperimenti. Di seguito li vediamo uno per volta.

Primo esperimento, primo movimento musicale

Articolato in tre fasi, doveva servire per ottenere delle semplici melodie diatoniche. Per fare questo era necessario riferirsi a un metodo di scrittura musicale, abbastanza noto e non troppo complesso, da utilizzarsi come modello di costruzione del materiale musicale. Hiller e Isaacson scelsero un rigoroso contrappunto, cosรฌ come espresso da Joseph Fux nel trattato Gradus ad Parnassum. Rispetto al metodo espresso da questโ€™ultimo, nello specifico, si fece riferimento al contrappunto di prima specie da cui si ricavarono sedici regole, tra divieti permessi e concessioni, che avrebbero costituito il contenuto delle tabelle di inizializzazione.

Tre sono le categorie di regole fissate:

  1. regole melodiche (lโ€™ambito di scelta delle note doveva essere contenuto allโ€™interno di unโ€™ottava, non erano ammesse ripetizioni di note, etc.);
  2. regole armoniche (erano concessi solo intervalli di unisono, di ottava, di quinta, di sesta e di terza maggiore o minore, il tritono era considerato dissonante, etc.);
  3. regole miste (divieto di quinte e ottave parallele, nel collegamento da un accordo allโ€™altro una delle quattro voci doveva muoversi per grado congiunto o restare ferma, etc.).

La prima fase dellโ€™esperimento fu completata con la realizzazione di una melodia diatonica successivamente utilizzata come cantus firmus per la costruzione di altre semplici polifonie: a due voci nella seconda fase del primo esperimento e a quattro voci nella terza. Tutto il materiale prodotto costituรฌ le tre sezioni del primo movimento: presto, andante e allegro.

Secondo esperimento, secondo movimento musicale

Lโ€™approccio musicale non differisce molto dal primo: si realizza una polifonia a quattro voci la cui struttura complessiva non รจ piรน articolata in tre ma in unโ€™unica sezione, un adagio ma non troppo lento che si chiude con una coda. Una novitร  si individua sul piano tecnico-informatico. Hiller e Isaacson migliorano la codifica delle regole musicali trasdotte in termini matematici con lโ€™intento di dimostrare che, anche se non tutta, gran parte della scrittura musicale tradizionale si poteva correttamente codificare in termini informatici. รˆ lo stesso Hiller a rilevare come nel secondo esperimento la programmazione del computer Illiac avesse raggiunto un elevato livello di complessitร , come non si realizzรฒ nemmeno nel terzo e quarto esperimento, e che il risultato finale era ottenuto al termine di oltre 1900 operazioni aritmetiche.[1]

Terzo esperimento, terzo movimento musicale

Il terzo esperimento, da cui scaturisce un allegro con brio, riporta i ricercatori verso obiettivi di natura musicale. In questo caso si voleva dimostrare di poter definire attraverso il mezzo informatico anche parametri quali ritmo e dinamica. Rispetto agli obbiettivi della ricerca si pensava di poter arrivare a informatizzare tutti gli elementi peculiari della musica, un fatto che rimase irrisolto al termine della ricerca. Decisioni riguardanti il metro e al tempo, infatti, furono prese al di fuori della programmazione, rimandando ad altre ricerche e sperimentazioni lo studio su come informatizzare i parametri musicali ritenuti piรน complessi.

Nel nuovo esperimento le tabelle di regole furono rielaborate rispetto ai problemi di natura ritmica e dinamica, si inserirono cosรฌ tutte le informazioni necessarie per svolgere le prove di convalida su questi parametri. Oltre questo il terzo esperimento si differenzia dai precedenti per una scrittura musicale non piรน diatonica ma cromatica. La struttura generale fu articolata in tre lunghe sezioni, seguite da una coda finale. Inizialmente il computer fu programmato per produrre musica attraverso lโ€™applicazione di processi casuali. I primi risultati ottenuti, una musica fortemente dissonante, costrinsero i ricercatori a modificare lโ€™approccio inserendo una serie di regole tradizionali con cui si sarebbe perfezionato il lavoro di selezione. Il risultato ottenuto dopo lโ€™imposizione della nuova metodologia si caratterizzava per essere molto simile ai lavori musicali dei compositori contemporanei.

Quarto esperimento, quarto movimento musicale

Se i primi tre esperimenti, seppur differenti tra loro, avevano in comune una selezione dei parametri musicali attraverso lโ€™imposizione di regole tradizionali, ricavate dal trattato di Fux o dalle tendenze della musica contemporanea, nel quarto e ultimo esperimento il primo elemento di novitร  รจ proprio la sostituzione di queste regole con altre ricavate da ambiti disciplinari non musicali. Hiller e Isaacson erano intenzionati a dimostrare che programmando correttamente un calcolatore era possibile comporre musica, una buona musica, anche attingendo da regole che nulla avevano a che vedere con lโ€™arte dei suoni.

Il nuovo sistema di regole fu approntato attingendo dal metodo probabilistico delle catene di Markov, un processo stocastico basato sul principio che allโ€™interno di una sequenza di eventi, la scelta di un nuovo evento รจ strettamente connessa a quello immediatamente precedente, senza alcuna considerazione degli eventi accaduti in un momento passato. Espresso in termini musicali il principio ci dice che la scelta di una nota, o di un intervallo, รจ strettamente correlata alla nota, o allโ€™intervallo, immediatamente precedente. Al termine dellโ€™esperimento i ricercatori ottennero il quarto movimento della suite, un tanto presto che possibile con lโ€™aggiunta di una coda conclusiva. Sul piano stilistico si osserva una scrittura molto vicina a quella delle tendenze contemporanee, pur se ottenuta attraverso procedimenti non musicali.

Agosto 1956: prima esecuzione di musica algoritmica

La ricerca, di cui abbiamo descritto gli aspetti piรน rilevanti, fu avviata nel Settembre del 1955. A Luglio del 1956 erano stati completati i primi tre movimenti, esclusa la coda del terzo. Nei mesi successivi si sarebbe completato anche il quarto e ultimo movimento. Nel frattempo, il 9 Agosto del 1956, fu organizzata presso lโ€™Universitร  dellโ€™Illinois, che aveva finanziato lโ€™intera ricerca, la prima esecuzione pubblica della Illiac Suite for Strings Quartet, seppur nella sua versione in tre movimenti. Il quartetto chiamato a eseguire lโ€™opera era costituito da studenti del Dipartimento di Musica dellโ€™Universitร .

La presentazione alla comunitร  scientifica

La presentazione ufficiale alla comunitร  scientifica avvenne qualche settimana piรน tardi, il 28 Agosto del 1956 in occasione dellโ€™11ยฐ National Meeting of the Association for Computing Machinery. Nelle settimane successive era completata anche la coda al terzo movimento e la Illiac Suite era cosรฌ completa, tanto che nel Novembre del 1956 fu ufficializzato il lavoro finito. Non molto tempo dopo, sulla Illiac Suite, e in generale su tutta la ricerca di Hiller e Isaacson, si accese la curiositร  di Vladimir Ussachevsky, che nel frattempo, da qualche anno, era diventato Presidente del Consiglio dโ€™Amministrazione Editoriale della New Music Edition di New York, una testata indirizzata prevalentemente alla pubblicazione di partiture di musica contemporanea, e sulle cui pagine fu appunto pubblicata la partitura definitiva della Illiac Suite.

Approfondimenti

Se desideri approfondire lo studio di questa composizione musicale, la prima composizione di musica algoritmica, ti segnalo alcune letture interessanti quali Lejaren Hiller, Experimental Music: Composition with an Electronic Computer, McGraw-Hill, New York, 1959. Oppure Ian bent, Analisi Musicale, EDT, Torino, 1990, pp. 71 โ€“ 76. Infine Lejaren Hiller,ย Illiac Suite for String Quartet, New Music Edition, Theodore Presser Company, Bryn Mawr, 1957.

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Commenti

2 risposte a “Alle origini della musica algoritmica: la Illiac Suite”

  1. […] e realizzรฒ il progetto che lo avrebbe portato, nel 1956, alla creazione del Quartetto per archi Illiac Suite, il definitivo punto di svolta della sua carriera musicale oltre che la prima opera musicale […]

  2. […] nel 1957 era stata realizzata la prima partitura generata tramite calcolatore. Era stata intitolata Illiac Suite, in onore del computer ILLIAC-1 presso la University of Illinois a Urbana-Champaign, programmato […]

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